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IL MINISTRO MARTINO: “Processo a Saddam, l’Italia ci sarà”

Di fronte ad una dichiarazione del genere, si rischia di perdere del tutto il senso della realtà. Tanto per restare coi piedi per terra, facciamo un esempio astratto, a carte capovolte: all’inizio dell’anno, la Russia decide, per qualche suo motivo, che Berlusconi sia un dittatore pericoloso, in possesso di armi di distruzione di massa. L’ONU manda gli ispettori, ma questi non trovano niente. La Russia insiste, ma invece di mostare al mondo le prove che dice di avere, decide di invadere unilateralmente l’Italia. L’America, anche lei per motivi suoi, sta a guardare. Gli italiani si difendono come possono, ma l’avanzata dei carri armati russi è inarrestabile, e in pochi giorni sono alla porte di Roma. Berlusconi scompare nel nulla, e i russi abbattono tutte le statue che Silvio aveva fatto erigere nel frattempo a sua personale beatificazione. Qualche italiano, anch’egli per motivi tutti suoi, applaude a quei crolli, e così i russi – che vedono solo la TV di stato – si convincono che noi siamo contenti di essere stati liberati da loro. Nel frattempo, si scopre che alcuni alleati della Russia...

,.. come la Polinesia, Andorra e la Norvegia, si sono infilati nella mischia, col ruolo di “missionari di pace”. A noi però non aggrada troppo trovarsi un soldato norvegese, armato fino all’ultimo capello, che alle sette del mattino ci pianta un mitra in bocca davanti al bar, e ci chiede i documenti in nome della “pace”. Anche perchè, in fondo, stavamo solo andando a berci il nostro sacrosanto caffè mattutino.

Nasce quello che una volta chiamavamo resistenza, ma scopriamo con grande disappunto che in tutto il mondo veniamo definiti ”terroristi”. Cioè noi, che vorremmo soltanto poter tornare a parcheggiare sui marciapiedi, come ci piaceva tanto, veniamo ora considerati alla pari di quelli che hanno lanciato gli aerei contro le torri di New York.

I bersagli principali dei nostri agguati sono ovvviamentre i Russi, che girano a dettar legge dappertutto coi mitra spianati, entrano nelle case senza chiedere permesso, prendono rompono e spostano senza dirci nemmeno il perchè. Ma ogni tanto, per fiaccare psicologicamente la coalizione, si cerca anche di colpire qualche alleato. Ci vanno così di mezzo 19 polinesiani, la cui caserma viene assaltata un giorno da un carro-bomba, e fatta esplodere in maniera spettacolare. La Polinesia, grazie a questo attentato, ritrova il suo senso perduto della nazione, mentre noi finiamo sul libro nero del terrorismo più trucido di tutta la storia.

In un canile vicino ad Arcore viene catturato Berlusconi, che si era fatto crescere la barba come un pastore dei Mormoni. Lo umiliano a tal punto, guardandogli i denti come un cavallo, in TV, che c’è qualcuno che si sente addirittura offeso, ed inneggia per qualche minuto al nostro leader gettato nella polvere. Sarà anche stato stronzo, ci diciamo, ma chi siete voi per venire in casa nostra a sbeffeggiarlo così?

Mentre ci riorganizziamo, e decidiamo di portare avanti comunque la guerriglia – non era certo per lui che combattevamo, ma per noi! – ci arriva la notizia che il ministro degli esteri della Polinesia, tale Martingalos, annuncia che il suo paese si costituirà parte civile contro Berlusconi per la strage dei 19 della loro caserma. Il tribunale, a garanzia di un trattamento equo, sarà istituito dai Russi.

E il mondo applaude.

Purtroppo, non è una barzelletta.

Ecrit par Massimo Mazzucco, le Thursday 18 December 2003, 11:49 dans la rubrique "Premiers Pas".